I critici trovano questo album piuttosto difficile da valutare. Il loro giudizio va da un colorito album di successo per via di una fusione magistrale a un omaggio a un artista, Jimi Hendrix appunto, la cui vita si è conclusa troppo presto. Jimi era già morto da tempo quando questo album è stato registrato nel 1974. Ma è quasi superfluo guardare indietro al leggendario Hendrix se ci si concentra sul grande Gil Evans. Dopo pietre miliari come "Birth of the Cool" e "Sketches of Spain" non è difficile considerare questi capolavori audiofili come uno sviluppo logico dell'eccezionale abilità di Evans come arrangiatore. Quando si ascolta come il suono cristallino in "Angel" viene accentuato, a livello di ballata, dal timbro del sassofono, o come la voce assume uno stile funky ("Crosstown Traffic"), o la sofficità del suono dei flauti, come se fossero delle nuvole sonore, soffice, nuvola -come suoni sono costruite sui flauti in "Castles Made From Sand", allora non è più importante sapere chi è l'autore di questi brani. E' sufficiente che essa esiste, punto e basta.
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